mercoledì 26 gennaio 2022

Recensione - LE GEMELLE DI AUSCHWITZ - Eva Mozes Kor con Lisa Rojany Buccieri - Newton Compton editore

 


Le gemelle di Auschwitz. 

Le gemelle di Auschwitz. Una storia vera. Le due sorelle deportate a soli dieci anni nel più terribile campo di sterminio e miracolosamente sopravvissute.


Nell’estate del 1944, Eva Mozes Kor giunse ad Auschwitz con la sua famiglia. I genitori e le due sorelle maggiori furono subito mandati alle camere a gas, mentre Eva e la sua gemella, Miriam, vennero affidate alle cure dell’uomo che è passato alla storia come l’Angelo della morte: il dottor Josef Mengele. Eva e Miriam avevano solo dieci anni. Nonostante ai gemelli fosse concesso, all’interno del campo, il “privilegio” di conservare i propri vestiti e i capelli, non venivano loro risparmiati i più atroci esperimenti. Sottoposti ogni giorno a procedure mediche mostruose, moltissimi di loro non sopravvissero. In un racconto crudo, che tratteggia in modo semplice quali erano le condizioni di vita nel più brutale campo di sterminio della storia, l’autrice offre la testimonianza di una bambina che si trova a fronteggiare il vero volto del male. Eva Mozes Kor ha dedicato tutta la vita a tener vivo il ricordo dell’Olocausto, lavorando al tempo stesso per trasmettere un messaggio di pace e perdono che, anche di fronte all’orrore, rappresenta il tesoro più prezioso da conservare. campo di sterminio e miracolosamente sopravvissute.


In corso di pubblicazione in 16 Paesi

Bestseller del Sunday Times

Oltre 100.000 copie vendute nel Regno Unito


«Quando aveva dieci anni Eva Mozes Kor venne deportata dai nazisti ad Auschwitz dalla Romania, assieme alla sorella gemella. Arrivate nel campo di sterminio, finirono nelle mani di Joseph Mengele, il medico che eseguiva esperimenti sui detenuti e in particolare sui gemelli.»

La Stampa


«Con la sorella Miriam era stata vittima delle torture del medico Josef Mengele. Dopo l’odio per i carnefici una nuova missione: tutelare la memoria e diffondere il perdono.»

Il Fatto Quotidiano


«Per trent’anni ha viaggiato in tutto il mondo, insegnando l’importanza del perdono per superare i traumi personali e storici.»

Il Giornale


Come si può immaginare Le gemelle di Auschwitz non è il primo libro che leggo sul tema dell'Olocausto e parlare di questo tema senza scadere nella retorica e nelle frasi fatte non è mai semplice.

Ma Le gemelle di Auschwitz è tutta un'altra storia.

Mi ha colpito nell'anima e nel cuore, mi ha fatto piangere e soffrire, ma vi dico anche che questa storia mi ha fatto sperare.

Fare la conoscenza di questa donnina di nome Eva, alta un metro e quaranta ma di una statura morale gigantesca, di una portata inaudita che sbaraglia tutti i canoni delle storie che avevo letto fin qui, mi ha profondamente colpita.

Eva e la sorella gemella Miriam, prigioniere ad Auschwitz, immediatamente separate dai genitori e le sorelle che vengono subito mandate alla camera a gas, divengono oggetto di studio ed esperimenti da parte del dottor Morte o Angelo della Morte, Josef Mengele.

Oltre la fame, il freddo, la sporcizia sono fatte oggetto, come altre migliaia di persone, di inoculazione di virus, prelievi di sangue, iniezioni ed esperimenti che provocheranno danni irreversibili: ad esempio Miriam avrà problemi ai reni tanto che in età adulta dovrà ricorrere al trapianto di un rene compromesso che le verrà donato dalla sorella Eva.

Durante la prigionia Eva si ammalerà in modo grave per un virus che Mengele le inoculerà e seppur lo stesso Mengele la desse per spacciata, in maniera del tutto incomprensibile senza medicine, senza cibo, senza nulla, strisciando sul freddo pavimento per riuscire a bere qualche goccia d'acqua, Eva si salverà.

Forse perché la sua unica motivazione di vita era quella di proteggere la gemella Miriam, forse per il grande amore che aveva per la vita...

Resta il fatto che davvero non ci si capacita della disumanità, della follia, della cattiveria perpetrata ai danni di gente inerme.

Ma a differenza di altre storie ciò che ti sconvolge oltre  la forza e la volontà di questa donna, la caparbietà di non cedere alla morte,  è senza ombra di dubbio quello che Eva Mozes Kor compirà dopo in età adulta, durante la sua vita da donna libera.

Non solo si è dedicata fino all'ultimo giorno della sua vita a mantenere viva la memoria della brutalità dell'Olocausto, ma ha profuso un enorme messaggio di perdono.

Un coraggio, quello di perdonare chi ha commesso queste atrocità, che lascia senza fiato.

Un perdono salvifico, concreto, palpabile e non fatto solo a parole.

C'è anche chi non ha compreso o addirittura ha travisato il gesto di questa piccola grande donna, ma si sa che perdonare non è di certo facile...credo che sia una prova di coraggio talmente enorme che non tutti siano in grado di affrontarla.

E il lettore resta sbalordito, ammirato e senza parole.

L'insegnamento che ci lascia questa donna è di un'importanza incommensurabile.

Un libro di una meravigliosa tragicità che dovrebbe essere letto da tutti, soprattutto dalle giovani generazioni.


Ringrazio la casa editrice per la copia del libro.




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