Arriva su Amazon e su tutte gli store, e a breve nelle librerie, il nuovo romanzo della giornalista Silvestra Sorbera dal titolo Ciccannina, il romanzo è il quinto della serie Commissario Livia.
In questa quinta indagine il commissario Livia avrà a che fare con il dolore sotto varie forme.
L’isolamento sociale causato dalla pandemia ma anche i vari risvolti della solitudine e i drammi che la solitudine e la paura di perdere gli affetti più cari possono provocare.
SINOSSI: La Ciccannina suona per ricordare all’uomo di alzarsi e andare a lavorare.
Questa antica leggenda siciliana che ha per protagonista due sorelle dalle voci melodiose torna nella mente del commissario per ricordarle i cambiamenti della sua vita.
In questa indagine Livia dovrà fare i conti con i problemi legati alla pandemia e trovare in poche ore un padre e i suoi due figli. La solitudine, il dolore, la paura di perdere tutto muovono le corde dell’animo dei protagonisti non più disposti a scavare nel proprio dolore che fa eco nella loro esistenza come le campane della Ciccannina.
Secondo
un'antica leggenda e tradizione siciliana la Ciccannina suona al
mattino presto per svegliare le persone e ricordare loro che è ora
di andare al lavoro.
La
storia si dipana nell'inverno del 2020, a Porto Scogliera, paesino di
fantasia, che ricorda
molto la Vigata di Montalbano.
Incombe
l'incubo del lockdown e di una delle sciagure peggiori che l'umanità
si è trovata a fronteggiare: la pandemia da Coronavirus con
tutte le conseguenze che ha portato trasformando la vita di ognuno di
noi.
Ma
il Commissario Livia e Gabriele, il medico legale che da poco è
andato a convivere con lei, nonostante le restrizioni, si trovano a
fronteggiare due casi piuttosto intricati.
Mauro
Basile scompare con i due figli. Poco tempo prima Livia e Gabriele
sono testimoni di una furibonda lite tra il Basile e la ex moglie
Assunta.
E
mentre sono alla ricerca degli scomparsi rinvengono il cadavere di un
noto fotografo catanese.
Piano
piano emergono tanti aspetti che il lockdown pareva aver messo a
tacere e si comprende invece
che,
nonostante i divieti imposti, la vita continua, a volte in modo
sotterraneo
e clandestino.
Tuttavia
l'aspetto centrale resta il tema di dolorosa attualità della
violenza sulle donne, dell'uso dei figli come arma di ricatto di
relazioni ormai al capolinea.
Assunta
è infatti prigioniera di una relazione malata e nonostante il
Commissario Livia le tenda una mano - avendo assistito sulla spiaggia
alla lite tra lei e il marito e
invitandola
a denunciarlo
- lei non coglie l'occasione.
Assunta
incarna una parte della
mentalità femminile che, purtroppo,
tende a scusare sempre le
azioni anche quelle violente, faticando
a reagire e
pagando poi sulla propria pelle questa mancanza.
Classico
giallo poliziesco con protagonista un commissario donna – che
personalmente apprezzo molto - il romanzo è scritto con una
scrittura fluida e senza fronzoli e la storia regge bene fino alla
fine.
La
Sicilia è una grande protagonista del libro.
La
cena sulla terrazza in riva al mare poi
l’ho trovata
una scena pittoresca.
Il
Commissario e gli altri personaggi sono molto reali, tanto che sembra
di averli già incontrati e
si
entra immediatamente in sintonia con loro.
Le
loro storie personali sono narrate con leggerezza e, nonostante,
l’attenzione sia rivolta ai temi delle inchieste, il lettore entra
nell’intimo di ognuno.
Fra
l'altro, il fatto che sia ambientato in un passato appena trascorso,
fa
sembrare
tutto
così reale...
Silvestra
Sorbera aspettiamo le prossime indagini: ci siamo affezionati a
Livia!
Conosciamo meglio Silvestra Sorbera
BIOGRAFIA: Classe 1983, piemontese di origini siciliane, è una giornalista e autrice di racconti e romanzi. Per la serie “Il commissario Livia” ha pubblicato il racconto lungo “La prima indagine” (tradotto in russo), il romanzo “I fiori rubati”, “Castelli di sabbia” e “Le quattro stagioni del Commissario Livia”. I romanzi della serie sul commissario Livia sono stati oggetto di studio da parte di diverse Università straniere. Nello specifico la dottoressa Maria Donata Tirone ha scritto diversi saggi sulle nuove scrittrici italiane, sui personaggi femminili e le donne poliziotto scritte da penne rosa. Nel 2019 la serie del commissario Livia è stata oggetto di studio all’interno del congresso: “Scrittrici italiane inedite nella querella femminile: traduzioni in altre lingue, prospettive e bilanci”.
Per la serie “Simone e la rana” ha scritto nel 2013 la favola “Simone e la rana: viaggio nel bosco magico”, nel 2017 “Simone e la rana: viaggio nel castello stregato” e nel 2018 “Simone e la rana: Viaggio tra i pianeti”. Tutte le favole sono state realizzate con la collaborazione del figlio Simone, classe 2011 e inserite all’interno di alcuni siti a stampo montessoriano.
Nel 2013 pubblica il saggio letterario - cinematografico “La forma dell’acqua. Camilleri tra letteratura e fiction” testo che riprende in parte la tesi di laurea precedente pubblicata sul sito ufficiale dell’autore Andrea Camilleri .
Nel 2018 il saggio “L’Allieva tra letteratura e fiction”.
Nel 2014 pubblica i racconti “Vita da sfollati” e a seguire “Sicilia” e “La guerra di Piera”.
Nel 2016 il romanzo autobiografico “Diario per mio figlio” e il romanzo “Sono qui per l’amore”. Nel 20218 la commedia romantica “Numeri, amore & Guai”.
Nel 2019 il romance “Un errore perfetto”, nel 2020 “Più che amici”.Con la collega Mariantonietta Barbara scrive i romanzi “Amiche per caso”, “10 ragazzi per me” e “Un cuore ballerino”.
Ha vinto per ben tre volto il concorso “Racconti dal Piemonte” organizzato dalla casa editrice Historica, nel 2004 ha vinto il primo premio per un concorso avente come tema l’amore e ha partecipato alla realizzazione dell’antologia Veglia i cui proventi sono stati devoluti a delle associazione benefiche che si sono occupate della ricostruzione di Amatrice dopo il terremoto del 2016.