IN LIBRERIA DAL 2 DICEMBRE
Due piccoli orsi
di Ylla
Orecchio Acerbo editore
Due piccoli orsi, fratello e sorella, si stanno affacciando per la prima volta dalla loro tana, all’arrivo della primavera. La loro mamma sta per andare in cerca di buon miele selvatico e li ammonisce
a non allontanarsi perché il mondo è ancora troppo grande per loro. Quelle raccomandazioni
però vengono presto dimenticate e i due piccoli orsi di gioco in gioco, di fiore in fiore, di albero
in albero si allontanano un bel po’ da casa. Quando se ne rendono conto, dalla cima di un albero, tana e mamma non sono in vista. Sfidano l’acqua, fanno l’asse d’equilibrio su un tronco sospeso, chiedono anche a tutti gli animali sul loro cammino notizie della mamma, ma nessuno pare saperli aiutare. Solo la cornacchia, che sa tante cose, li sgrida perché alla mamma non si disobbedisce! Stanchi e tristi, fratello e sorella si accoccolano vicini e si addormentano. In quell’angolo di prato
la loro mamma, aiutata dalla cornacchia, li ritrova. Prova a fare la voce severa, ma non dura
a lungo, perché la contentezza di tutti è più dolce di qualsiasi miele selvatico.
Tutto è bene quel che finisce bene: con la promessa solenne dei due piccoli di non farlo mai più!
Dietro il mirino della Rolleiflex lo sguardo di un’artista -raccontata con grande partecipazione nelle pagine finali da Alessandra Mauro- capace di ritrarre la dolcezza.
Immagini e parole
Camilla Koffler, conosciuta con il nome d’arte Ylla, nacque a Vienna nel 1911, madre croata
e padre rumeno. Durante la Prima Guerra Mondiale fu costretta a viaggiare con la madre a piedi
tra l’Ungheria, la Romania e la Jugoslavia, i gioielli di famiglia cuciti nel colletto di pelliccia della madre e i soldi infilati nelle scarpe. Nel 1926 si stabilì a Belgrado dove cominciò a studiare scultura. Lì scoprì che il suo nome in serbo vuol dire cammello e da quel momento decise di farsi
chiamare Ylla. Nel 1931 si trasferì a Parigi per iscriversi alla scuola d’arte; per pagarsi gli studi cominciò a lavorare nello studio fotografico di Ergy Landau, e le mostrò le fotografie di animali scattate durante un viaggio in Normandia. Colpita dalle sue fotografie, Landau decise di organizzare un’esposizione per Ylla alla Galerie de La Pléiade. In seguito al successo della mostra, Landau incoraggiò Ylla ad aprire uno studio fotografico specializzato in ritratti di animali e la introdusse nell’ambiente artistico di Montparnasse. Le foto di Ylla cominciarono a essere pubblicate nelle più prestigiose riviste francesi e inglesi e nel 1936 le sue fotografie furono esposte al Louvre. Nel 1937, le foto di Ylla giunsero al MoMA di New York. E fu proprio il MoMA che, nel 1940, con l’inizio della Seconda Guerra Mondiale, chiese al Dipartimento di Stato degli Stati Uniti un visto per permettere a Ylla di emigrare in America. Ylla si stabilì così a New York dove aprì uno studio e, dopo diverse collaborazioni con le maggiori riviste illustrate di tutto il mondo, tra il 1944 e il 1954 si dedicò alla pubblicazione di dieci libri, molti dei quali in collaborazione con grandi scrittori come Jacques Prévert e Margaret Wise Brown; fra questi molti sono dedicati ai bambini, come “Due piccoli orsi” (“Two Little Bears”), ventidue edizioni in dodici lingue e “Il piccolo leone” (“The Sleepy Little Lion”), tradotto in sei lingue, entrambi divenuti classici per l’infanzia. Nel 1955, in India, intenta a fotografare una corsa di carri trainati da buoi, Ylla cadde dalla jeep e morì.
Due piccoli orsi -40 pagine a colori, 15 euro- in libreria dal 2 dicembre
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