Quando Fabio scopre che il 79% degli italiani ha avuto un attacco d’ansia almeno una volta nella vita, decide di seguire il consiglio del suo analista e inizia un diario terapeutico.
Ma descrivere l’ansia, neanche a dirlo, gli mette ansia. Molto meglio raccontare una serie di aneddoti (sur)reali sugli aspetti più ridicoli della sua grande nemica, quella che gli fa tremare le mani, che gli fa battere il cuore a mille, che lo spinge a consultare il perfido Dottor Google e a immaginare mondi alla rovescia. E decide di chiamarli “versetti ironici”, perché sono brevi e così non stressano, perché fanno il verso all’ansia e poi perché versetti suona biblico, quasi apocalittico, e così l’ansia si spaventa. Dopotutto è nato da una madre ansiosa e da un padre ferocemente ironico, un mix genetico esplosivo che produce in loop l’ansia e i suoi anticorpi, e che gli consente di riempire il diario anche con improbabili e divertenti strategie per fronteggiarla.
Versetti ironici contro l’ansia si fa portavoce delle disavventure dei tantissimi ansiosi del mondo a cui l’autore chiede di unirsi per un coming out collettivo, in una sorta di accattivante orgoglio ansioso.
Biografia
Ansioso sin da quando nacque a Milano nel 1964, Fabio Santa Maria voleva fare di tutto tranne lo scrittore. Sua mamma, per fagli leggere il primo libro (La capanna dello zio Tom di Harriet Beecher Stowe), lo condannava a trenta minuti al giorno di lettura. Restava con lo sguardo fisso sulla pagina e calcolava il tempo medio per girarla guardando suo fratello. Lui sì che faceva sul serio, visto che una volta, in Galleria del Corso, avrà avuto sedici anni, lesse La Metamorfosi di Kafka camminando.
Per superare la prima crisi ansiosa generata da quella mostruosa impresa, decise di emularlo buttandosi su Moby Dick di Melville, solo che fingeva, guardava le figure e l’enorme megattera bianca, neanche a dirlo, lo mandava in panico. Per molti anni lesse solo fumetti. Soprattutto quelli che finivano con la k: Paperinik, Diabolik, Satanik e Cattivik. Al ginnasio, i classici, li leggeva solo sui bigini delle Edizioni Bignami. Ma un giorno il dispotico prof di lettere impose una tesina su Arthur Rimbaud e così giunse l’Illuminazione!
A sedici anni imparò finalmente a leggere davvero e la trovò un’attività scatenante e sconvolgente, quasi un ansiolitico, tanto che, ben presto, gli venne spontaneo cominciare a scrivere ad orecchio. Micro racconti subito dopo aver letto Gogol o Carver, instant noir subito dopo Poe, oltraggiosi versi liberi subito dopo Rimbaud o Verlaine. Poi telefonava agli amici e leggeva qualcosa di suo e qualcosa dei Grandi, solo che invertiva le firme e loro non se ne accorgevano.
Si divertiva un mondo.
Con un amico scrisse un romanzo i cui personaggi erano caricature dei compagni di classe e dei prof diventando subito popolare. Così l’ansia veniva a loro perché volevano sapere che figura ci facevano, come erano descritti, chi faceva cose con chi… alcuni si incazzavano di brutto, ma alla fine il “libro” (una dispensa fotocopiata, ripiegata e dotata di copertina timbrata con la scritta Vale almeno un birra!) andò a ruba lanciandolo nel mondo dell’editoria autoprodotta.
S’innamorò di un’artista patafisica e, insieme, cominciarono pubblicare, a getto continuo e con uno pseudonimo tribale, titoli alquanto demenziali: Fatti i libri tuoi! Il pianeta degli scrittori e delle scrittrici, La ballata dei libri inutili, Farsi un libro con gli scarti, La merda come arte l’arte come merda, Cucina virtuale demenziale, Mostriamo il mestruo...
La sua ansia lo portò sull’orlo del mitico DEOC (Disturbo Editoriale Ossessivo Compulsivo). Produceva libri con le cartoline, con la tappezzeria, con le lastre radiografiche, con i cartoni del supermercato (li trovate qui!). Arrivò anche ad utilizzare i biglietti del tram timbrati realizzando micro opuscoli che istigavano alla Rivoluzione Editoriale Tranviaria e che abbandonava sui sedili o legava agli appositi sostegni.
Il suo analista, allora, tentò di salvarlo prescrivendogli il classico diario terapeutico, ma lui lo trasformò in una raccolta di racconti demenziali sulla sua stessa ansia che intitolò Versetti ironici contro l’ansia. Il primo libro (edito da Incipit23 Edizioni) in cui finalmente esce allo scoperto con un allegro coming out di orgoglio ansioso. Lo trovate nelle più ansiose librerie d’Italia, ma anche su tutti gli store online.
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