Chiunque può mandare avanti una casa, tutto ciò che serve è una tabella di marcia, almeno, è ciò che pensa Anastasia.
Così insieme al padre decide di aiutare la madre nelle faccende domestiche.
Tuttavia, quando mamma deve andarsene per qualche giorno per un impegno di lavoro, la teoria di Anastasia è messa a dura prova.
Anastasia ricordò che una volta sua madre aveva detto Mai farsi coinvolgere in una discussione con un bambino di tre anni perché non si può vincere. Un adulto uscirà sempre sconfitto da un bambino di tre anni.
“Lo so”, disse lei rassicurante. “Certe volte anch’io odio la scuola. Ma dobbiamo andarci lo stesso. C’è una legge che dice che bisogna andare a scuola”. Gli sollevò la maglietta. “Ora smetti di piangere, se no sudi”.
Poi lo fissò. “Sam”, disse, “cosa sono tutte queste macchie?”
Sam si guardò il petto nudo punteggiato di rosa. Era così interessante che smise di frignare. “Sono diventato a pois”, disse. “Guarda, mi schiaccio i puntini”. Cominciò a toccarseli con un dito.
Anastasia lo fece voltare.
“Papà?” gridò da dietro la porta chiusa del bagno. “Sam ha qualcosa che non va. L’ha morso qualcosa! Non è che abbiamo le cimici nei letti?”
Sam fece un ampio sorriso. “Le cimici nei letti”, disse. “Milioni di cimici”.
Il dottor Krupnik uscì dal bagno facendosi il nodo alla cravatta. “No, non abbiamo le cimici dei letti”, disse. Poi guardò Sam. “Santa…”
“…polenta”, Anastasia completò la frase. Finì di spogliare Sam. “Guarda. È pieno ovunque”.
Ora che era al centro dell’attenzione, Sam era del tutto felice. “Ovunque”, annunciò con orgoglio. Iniziò a danzare nudo per la camera e a canticchiare “Puff, la cimice magica dei letti viveva in riva al mare…”
“Come si chiama il suo medico?” chiese il padre di Anastasia. “Tua madre non aveva lasciato una lista con tutti i numeri di telefono importanti? Dov’è? Sarà meglio chiamare il dottore”.
“È anche il mio dottore, papà”, disse Anastasia. “Il dottor Nazarosian. Lo chiamo io. Va sempre in ambulatorio presto. La lista è vicino al telefono, in camera tua”.
Sam stava ancora saltellando qua e là.
“Ti senti bene, Sam?” chiese Anastasia. “Devo dire al dottore tutti i tuoi sintomi”.
“Digli che sembro un leopardo”, suggerì Sam. “Un leopardo maculato”. Cominciò a gattonare sul tappeto ruggendo.
NOTA: Quando mamma chiama, NON BISOGNA MENZIONARE il nuovo programma di pulizie, la VARICELLA e la SCUOLA.
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