Titolo: I giorni buoi della Milano violenta
Autori: Marcello Iori e Antony Piemontese
Editore: Brè Edizioni
Pagine: 272
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Genere: noir - thriller
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In vendita dal 23 agosto 2021
Milano è un formicaio impazzito, una metropoli europea cosmopolita e affollata. Lucida e accogliente di giorno, nasconde un lato oscuro che nella quotidianità appare quasi impalpabile. In questo clima frenetico, appare Franz, un uomo di mezza età di origini tedesche, ricco e potente, mosso da motivazioni misteriose e malvagie.
Vediamo Carmine, un ragazzo di trent’anni con un animo buono, sognatore, figlio unico. Abita con la madre in una casa popolare. Sogna di avere un appartamento di proprietà e non dover più litigare con lei perché non arrivano a fine mese.
E poi c’è Michael, la gioventù assetata di potere, cresciuto con la malavita in casa. Deciso a riportare il nome di famiglia agli splendori di un tempo, cercherà contatti e amici per avere il monopolio della droga. Mentre Carmine incontra l’amore, Michael conoscerà Franz e in lui vedrà l’oscuro e affascinante lasciapassare per il suo sogno. Il sangue trasmesso diventa sangue versato e Michael non perdona, chi tradisce paga con la morte. Il turbine di orrore e morte che provoca, getta Milano nella paura, agitando le forze dell’ordine. Le stragi richiamano eventi accaduti in passato e il Maresciallo Tanzi sarà costretto a riaprire il caso Milano Violenta. Tuttavia, Michael sembra inarrestabile e introvabile, sorretto, inizialmente, dalle informazioni che gli passa il brigadiere Foschi. Foschi, frustrato da ciò che ha fatto, cercherà le forze e le giuste motivazioni per correggere gli errori commessi.
Biografie
Marcello Iori vive e lavora a Bournemouth (Regno Unito) dal 2018. Ha pubblicato il suo primo libro nel 2007, un fantasy dal titolo 5 (Firenze Libri). Per i successivi dieci anni si occupa di benessere e cucina naturale. Continuando a scrivere nel tempo libero, dopo un lungo periodo di silenzio, decide di proporre di nuovo i propri scritti agli editori. Nel 2018 pubblica Il Ponte Oscuro dell’Anima (Il Seme Bianco) e nel 2019 la prima parte di una serie fantasy: Terre Deus Dominus Vol. 1 - Uno Yogi, l’Apprendista e il suo Falco (Lettere Animate). Gestisce il blog lastradaperilrisveglio.it
Antony Piemontese (nome d’arte) attualmente lavora come editor per Marco Montemagno. Nel 2010 decide di frequentare il corso di regia e sceneggiatura presso l’accademia nazionale del cinema a Bologna. Da lì inizia ad avvicinarsi alla settima arte e prova a cimentarsi nella realizzazione di vari cortometraggi, iniziando a collaborare con vari film-maker milanesi.
Realizza nel 2013 il suo primo cortometraggio What’s up finalista in alcuni festival. Nel 2014 realizza la puntata pilota della web-serie Domina xx, da cui è stata tratta una serie tv in trattativa per la realizzazione. E sempre nel 2014 realizza il cortometraggio Una libbra di carne, premiato da Gigi Proietti.
Negli ultimi anni si dedica al video-making realizzando diversi videoclip musicali e video fashion per diversi marchi di moda.
Si dedica alla scrittura di alcuni film e serie tv, tra cui Milano Violenta.
«Un Burberry senza ghiaccio.»
Si siede di fronte al bancone del bar mentre stacca il cappello dalla testa.
«Mi spiace, non lo abbiamo» risponde il barista.
Franz guarda alle spalle del ragazzo, le bottiglie degli alcolici si riflettono su pezzi di specchi affissi ai muri. Intravede sé stesso, una metà del suo viso e la schiena ingobbita di un ragazzo forse di vent’anni che non sembra in salute.
Alla sua età, pensa Franz, papà lo faceva stare dritto, perché se avesse incurvato la schiena in presenza di estranei, poi erano botte. Slacciava la cinghia di cuoio e gliela menava sulle gambe, sulle braccia e, a volte, sulla schiena. La schiena era il pezzo peggiore, significava aver mancato di rispetto, e per mancare di rispetto a suo padre ci voleva poco, bastava una smorfia, o non rispondere immediatamente quando lo chiamava.
Tirava di schiena tre cinghiate, non di più. Persino in un linciaggio, un uomo maturo non resisterebbe a più di cinque o sei frustate. Il corpo cede. La mente si spegne.
«Allora un whisky liscio» come avrebbe detto suo padre.
Non beveva mai prima di incontrare gente, prima di doversi curare per farsi presentabile. Ma a fine giornata andava in quel suo locale preferito, ordinava un paio di whisky, li buttava giù velocemente e poi tornava a casa cantando il giuramento a Hitler delle SS.
«Ich schwöre Dir, Adolf Hitler, als Führer und Kanzler des Deutschen Reiches Treue und Tapferkeit. Wir geloben Dir und den von Dir bestimmten Vorgesetzten Gehorsam bis in den Tod. So wahr mir Gott helfe!»
«Okay, perfetto.»
La figura di un altro ragazzo lo distrae. Lo aspettava. Si siede di fianco ai due amici. Sono ragazzi della stessa età. Anche se seduti senza poggia schiena, tengono il busto abbastanza eretto, soprattutto colui che aspettava, quello che ha parlato con i ragazzi al tavolo e ne ha fatto scappare uno che poi ha urtato la sua spalla.
Pessimo umore.
«Abbiamo fatto incazzare la banda dei marocchini» dice uno di loro.
«Bene. Ora andate al parco a fare girare un po’ di fumo al posto di quei pisciatori» ordina il ragazzo per cui è venuto fin lì.
«Va bene» dice il terzo.
Arriva il whisky mentre gli amici del suo uomo si alzano.
Franz nota le strette di mano, sicure, forti. Loro emanano un profumo commerciale, misto agli odori di chi fuma sigarette e beve ogni ora il caffè per tirarsi su.
Il suo uomo fa un cenno con le dita al cameriere, che gli porta subito da bere.
Niente parole.
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