Due gialli in cerca di soluzione, si potrebbe dire, parafrasando Pirandello, ed è proprio questo che avviene nel nuovo romanzo di Michele Guardì: non un giallo tout court, ma un gioco di incastri, di equivoci e malintesi, nel vero e puro spirito della tradizione siciliana; ma anche e soprattutto un indovinello letterario, un enigma, in cui Guardì sfida il lettore a rintracciare gli elementi irrinunciabili del romanzo giallo e poi a ricomporli per arrivare alla soluzione.
Nel paesino di Castroianni il tempo scorre lento e come senza strappi, senza cambiamenti. Tanto che quello che succede negli anni Cinquanta puΓ² facilmente sovrapporsi a quel che succede oggi. Soprattutto se un autore si mette a giocare con le vite dei suoi personaggi e le trame dei suoi romanzi, finendo con il confondere tutti i piani: i personaggi si mescolano, gli ambienti si ripetono, le trame si intrecciano. Tra strani omicidi che non trovano un colpevole; brigadieri e marescialli che – sempre per distrazione dell’autore – occupano a distanza di settant’anni ancora gli stessi uffici e non riescono a condurre le indagini in santa pace perchΓ© la scrivania Γ¨ puntualmente occupata; tra testimoni reticenti, mogli che fingono, vicini che non hanno visto niente e misteri che si avvicendano, "La ciantona" – ovvero «il baccano» – ci si mostra davvero come un affresco caotico e colorato, dove molte voci si rincorrono e dove la realtΓ , da qualunque parte la si guardi, mima sempre e comunque una finzione.
Oggi vi parlo dell'ultima mia lettura: La ciantona di Michele Guardì, edito da Baldini+Castoldi.
La ciantona Γ¨ una storia originale, imprevedibile e a tratti stravagante.
Ma partiamo dal titolo.
Cosa significa Ciantona?
Un termine usato nel dialetto siciliano e coniato nel paesino di Castroianni e si usava quando, ad esempio in un locale, c'era un forte chiacchiericcio che non si riuscivano a distinguere le singole voci e c'era una confusione tale da rendere la comunicazione quasi impossibile.
Degli schimazzi, insomma.
E ha inizio proprio con una ciantona questa storia bizzarra.
Una sovrapposizione di parole e di personaggi che, senza che l'Autore ne sia a conoscenza, si ritrovano in un medesimo luogo: il caffè Moka.
E se il buongiorno si vede dal mattino, la premessa con cui parte la storia la dice lunga sul prosieguo della stessa.
La storia, anzi le storie, sono narrate in terza persona ma il narratore non Γ¨ la stessa persona dell'Autore che, invece, viene citato piΓΉ e piΓΉ volte dai personaggi.
E i suoi personaggi non sempre hanno buone e garbate parole per l'Autore anzi: spesso lo definiscono come una persona un po' capricciosa che fa fare ai suoi personaggi delle bizzarrie.
I personaggi raccontano che l'Autore, avendo molto materiale a disposizione sta scrivendo non uno ma bensì due romanzi, col rischio, però, di combinare dei pasticci, incrociando le trame e spostando i personaggi da un libro ad un altro.
La trama gialla Γ¨ presente in entrambi i romanzi e davvero si rischia un pericoloso intreccio ma i misteri da indagare sono temporalmente molto distanti.
Gli omicidi sono avvenuti a distanzia di una settantina di anni e pertanto in mondi completamente divers, con tecnlogie e metodi investigativi diametralmente distanti.
Se i luoghi dell'ambientazione coincidono tutto il resto invece Γ¨ scombinato dall'Autore.
Insomma una ciantona!
Michele Guardì è stato molto abile a disorientare il lettore e a farlo catapultare in questa storia davvero originale.
Si percepisce la sua grande esperienza nel modo televisivo perchè lo stile letterario, molto incalzante, scorre per immagini.
Lo consiglio a chi cerca trame originali e non il solito giallo.
Mi sono divertita molto ed Γ¨ perfetto per far trascorre delle ore in allegria.
Una bella lettura domenicale!
Ringrazio la casa editrice Baldini+Castoldi per la copia del libro.
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